domenica 4 dicembre 2016

La fine del download musicale e l'esplosione dello streaming.

Cambiano ancora i modi di fruire la musica grazie alle nuove tecnologie, ma stavolta non tutto nel meccanismo funziona a dovere.
C'era una volta il vinile. Dopo aver dominato per 70 anni l'industria discografica, giunse ad insidiarne il primato un prodotto tecnologicamente avanzato come il compact disc (cd), dal supporto  maneggevole e dal suono pulito e cristallino (“freddo” per alcuni). Non fu facile scalzare il vinile dal suo primato, ma, alla fine, l'industria del supporto digitale ebbe la meglio, con la chiusura di storiche stamperie e la sparizione dei Long Playing dai negozi di musica. Ma il piccolo disco si era appena imposto, quando un nuovo antagonista si affacciò all'orizzonte, un nemico subdolo, capace di muoversi liquidamente da un computer all'altro senza bisogno di supporti fisici: era arrivato l'mp3, un file musicale in formato compresso, e quindi dal peso ridotto, che era possibile scaricare legalmente via internet da piattaforme come Apple iTunes, ma più spesso illegalmente da siti come Napster (pioniere del file sharing illegale), eMule o Torrent. Gli album venivano così a trovarsi in anonime cartelline sul PC, con le canzoni trasformate in semplici bit, che potevano essere scambiati tra utenti facilmente e gratuitamente, sempre per via telematica. L'industria musicale subì  quel colpo al cuore che l'avrebbe ferita mortalmente, con le case discografiche costrette a ristrutturarsi e a licenziare migliaia di dipendenti a fronte di perdite di milioni di dollari. Effettivamente il colpo fu duro e nulla sarebbe stato più come prima. E se l'mp3 sembrava il nuovo dominatore assoluto della fruizione musicale, ecco la tecnologia sferrare il suo nuovo e feroce attacco: arriva lo streaming. Si va su internet, si scarica il programmino (su PC o su smartphone) e milioni di album sono a portata di mano per l'ascolto, senza nemmeno il bisogno di archivi immensi di mp3 sull'hard disk. Pionieri della musica in streaming sono stati gli svedesi di Spotify, tutt'ora con il programma più famoso ed utilizzato, seguiti dai francesi di Deezer e a ruota da Music, la risposta della Apple, trovatasi di colpo in affanno con il suo iTunes.

E chi viveva di brani scaricati dal WEB sul proprio hard disk, legalmente o illegalmente, si è trovato improvvisamente a cambiare ancora abitudini per poter ascoltare la sua musica preferita e restare al passo con i tempi. Secondo recenti sondaggi, negli USA il mercato del download è sceso del 42% rispetto alle migliori performance del 2012 e l'acquisto dei singoli brani è sceso del 24% nel solo primo semestre 2016. Le vendite del primo semestre hanno comunque fruttato circa 400 milioni di dollari, ma il dato dei tempi d'oro del 2012 era stato di quasi 700 milioni di dollari. Al contrario lo streaming è esploso vertiginosamente con un + 97,4% rispetto al 2015, con l'impressionante dato di 113 miliardi di canzoni ascoltate nel primo semestre 2016, cioè l'equivalente di 620 milioni di canzoni al giorno e 431.000 brani musicali al minuto. Un brutto colpo per il download, tanto che gli analisti profetizzano che entro 2020 esso sparirà definitivamente dal mercato musicale. Sempre le solite statistiche ci raccontano che le vendite dei CD fisici diminuiscono ancora, ma non così tanto come era stato previsto. Il crollo del download non li ha fatti sparire dal mercato come, ad un certo momento della storia, sembrava un fatto scontato. Anzi, si assiste addirittura ad una rinascita del vinile, che continua la sua crescita con un +11,5% rispetto al 2015. Ma il Re per l'ascolto musicale di oggi resta comunque lo streaming. «L’industria musicale è ormai un business digitale, che deriva oltre il 70% dei suoi ricavi da una vasta gamma di piattaforme e formati digitali. La quota di ricavi da questi formati digitali supera quella di qualsiasi altra industria creativa», ha dichiarato Cary Sherman, presidente e amministratore delegato di RIAA (Recording Industry Association of America).


È tutto oro quello che luccica? Non proprio. O perlomeno non per tutti. Lo streaming di un singolo brano frutta all'artista una quota pari ad una frazione di centesimo (0,003 cent su Spotify, ad esempio) e, facendosi un rapido calcolo, scopriamo che la remunerazione è veramente ridicola, pur se si viaggia su numeri di centinaia di migliaia di streaming. Ed è questo il motivo per cui alcune etichette, prima delle quali la statunitense Projekt Records, hanno deciso di ritirare i loro artisti da Spotify, accusando il colosso della tecnologia digitale di lucrare a spese dei musicisti. Di conseguenza grandi star del calibro di Led Zeppelin, Pink Floyd, Taylor Swift e Adele, hanno rifiutato di mettere a disposizione dei servizi di streaming online il loro lavoro.  «Il consumo di musica è alle stelle, ma i ricavi per gli artisti non hanno tenuto il passo» ha giustamente osservato Sherman «Sono necessarie delle riforme per “livellare” il campo di gioco e assicurare all’intera comunità musicale il valore pieno ed equo del proprio lavoro». 
Riforme che, al momento, non si vedono all'orizzonte. La prossima sfida del mercato musicale sarà quindi di far sì che l'artista veda il proprio lavoro adeguatamente retribuito, agendo sui meccanismi del sistema e sulla distribuzione dei guadagni.



lunedì 21 novembre 2016

NEWS – Gronge: pubblicato “Gli anni '90”, cofanetto di due cd dedicato al secondo decennio di vita dello storico ensemble romano.

Ne dà l’annuncio l’etichetta Again Records, con un comunicato stampa di cui riportiamo uno stralcio.
Dopo il successo dell'antologia “Gli anni '80”, ecco la Again Records tornare sull'argomento Gronge con “Gli anni '90”, proseguimento lineare del precedente cofanetto, con tutto il materiale prodotto nel decennio in oggetto, in ordine rigorosamente temporale. Un altro ripescaggio importante di materiale relativo al noto gruppo romano, che farà la felicità di neofiti e nostalgici.

Gronge - Gli anni '90
Roma, 21/11/2016 – Viene pubblicato oggi “Gli anni '90, antologia su doppio cd dedicata ai Gronge, considerati dalla critica musicale come una delle più originali ed innovative band italiane di tutti i tempi, disco che fa seguito al fortunato primo volume “Gli anni '80” pubblicato lo scorso anno. L’album raccoglie i brani provenienti dall'EP “Vota Gronge” (1992), i due LP “A Claudio Villa – Original Sound” (1991) e “Teknopunkabaret” (1993), più una serie di rarità, inediti e live sempre del decennio in oggetto, per un totale di 25 brani rimasterizzati digitalmente. Dopo la pubblicazione dell'antologia “Ultimi pezzi dentro me 1986-1989 dei Detonazione e “Colonna sonora di Remanium Dentaurum Cr Co Mo” di Officine Schwartz, un altro bel colpo per la neonata Again Records, etichetta dedita alla riscoperta di lavori discografici del passato, che promette ancora sorprendenti uscite.

Lo strepitoso successo della raccolta Gli anni '80 ci ha fatto capire che i Gronge sono una band ancora molto amata” ha dichiarato Maurizio Volpes della Again Records “quindi ci è sembrato giusto completare l'opera con questa seconda antologia dedicata agli anni '90, nella quale sono presenti lavori altrettanto importanti quanto quelli pubblicati nel primo volume”.

Pubblicato da Again Records, l’album antologico in due cd “Gli anni '90 dei Gronge sarà disponibile per l’acquisto a partire dal 21 novembre 2016 nei migliori negozi di musica alternativa e sui più importanti WEB Stores nazionali ed internazionali (Ebay, Music Stack, cdandlp.com , discogs, ecc…). Per informazioni ed acquisti è possibile anche scrivere all'indirizzo email  info(at)danzemoderne.it



mercoledì 5 ottobre 2016

NEWS – Officine Schwartz: ristampato “Colonna sonora di Remanium Dentaurum Cr Co Mo”, primo storico album della formazione industrial bergamasca.

Ne danno l’annuncio le etichette Again Records e Luce Sia con un comunicato stampa di cui riportiamo uno stralcio.
Terzo “colpaccio” per la neonata etichetta Again Records, dedita a ristampe di materiale discografico dei passati decenni, questa volta in collaborazione con la label svizzera Luce Sia. Dopo aver esordito alla grande grazie all'antologia “Ultimi pezzi dentro me 1986/1989” dei Detonazione e alla raccolta “Gli anni '80” dei Gronge, eccoli pubblicare “Colonna sonora di Remanium Dentaurum Cr Co Mo”, ristampa del primo mitico album del collettivo industriale Officine Schwartz. La pubblicazione è in realtà un cofanetto con dentro un cd audio, con le tracce dell'album e tutta una serie di inediti e rarità, e un DVD con sopra il film documentario “Da qui alla ruggine”.

Osvaldo Arioldi Schwartz
Bergamo, 03/10/2016 – Viene pubblicata oggi la ristampa di “Colonna sonora di Remanium Dentaurum Cr Co Mo”, storico primo album di Officine Schwartz, tra le prime formazioni industriali del nostro Paese. Il disco esce a trenta anni dal loro esordio discografico, avvenuto nel 1986 con il singolo Fräulein. La band viene ricordata per le sue performances dal vivo, che uniscono musica, teatro e cinema, per l'impegno politico e per la strumentazione “autocostruita”, recuperando, forgiando ed intonando metalli e residui del mondo del lavoro, come bidoni di petrolio, tubi, molle, catene, telai di bicicletta, attrezzi, eccetera. L’album, che riporta nelle note di copertina “Estesa, rimasterizzata e videodocumentata”, è in realtà una sorta di antologia sulla prima fase di vita del gruppo, dove al già citato LP si aggiungono molti brani extra ed un DVD con sopra il recente film-documentario “Da qui alla ruggine”, dal 2015 in programmazione nei cinema alternativi, a raccontare i loro primi trenta anni di storia. Il cd audio raccoglie i brani provenienti da “Colonna sonora di Remanium Dentaurum Cr Co Mo”, il singolo “Fräulein”, il rarissimo live-bootleg “Live a El Paso”, registrato nel 1989 all'omonimo centro sociale, e l'inedito “Fräulein 2016” remix creato da Moreno Padoan. In totale 16 brani interamente rimasterizzati per l’occasione. Dopo Detonazione e Gronge, un'altra bella produzione per la neonata Again Records, etichetta dedita alla riscoperta di lavori discografici del passato, che promette ancora sorprendenti uscite. 

Remaniun Dentaurum Cromo Cobalto Molibdeno, che noi tutti chiamavamo La Remanium, fu il primo progetto di spettacolo per area nel quale ci si avventurava” ha raccontato Osvaldo Arioldi, mente creatrice delle Officine Schwartz “dove la partitura originale prevedeva otto ore, come un turno di lavoro, ma poi si decise che quattro ore potevano dignitosamente rappresentare l’idea. Enorme capannone a sovrastare varie postazioni montate lungo il suo perimetro, dodici persone maneggianti percussioni, proiezioni, coro, danza, suono-rumore e azioni, a far passeggiare La Remanium”.

Co-prodotto dalle etichette Again Records (Italia) e Luce Sia (Svizzera), l’album antologico in cd e DVD “Colonna sonora di Remanium Dentaurum Cr Co Mo” sarà disponibile per l’acquisto a partire dal 3 ottobre 2016 nei migliori negozi di musica alternativa e sui più importanti WEB Stores nazionali ed internazionali (Ebay, Amazon, cdandlp, discogs, ecc…). 



sabato 10 settembre 2016

NEWS – Fräulein 2016 è il primo singolo digitale delle Officine Schwartz

Il brano anticipa un cd album retrospettivo di prossima pubblicazione.
Si intitola Fräulein 2016 il primo singolo digitale del celebre gruppo industrial/folk bergamasco capitanato da Osvaldo Arioldi, pubblicato in anteprima su YouTube e corredato di un videoclip realizzato da Alberto Valtellina assemblando vecchie immagini in 8mm realizzate dallo stesso Arioldi durante la seconda metà degli anni '80. Fräulein 2016 esce per celebrare il passaggio delle Officine Schwartz all'etichetta Again Records ed è una versione rimixata da Moreno Padoan del celebre singolo Fräulein/Rambo, il primo della band, pubblicato su vinile 7” nel 1986. Questo passaggio di etichetta frutterà a breve la ristampa dell'album “Colonna sonora di Remanium Dentaurum Cr Co Mo”, in assoluto uno dei dischi più influenti degli anni '80 italiani in ambito underground.


Ascolta Fräulein 2016 cliccando qui



sabato 6 agosto 2016

Dischi: SOUNDSCAPE'S ACTIVITY – Elektromagnetik Sketches

Il coraggio e la sperimentazione.
Due storie di coraggio. Marcello Malatesta è un musicista completo e dalle indiscusse potenzialità. Pianista, è stato chiamato a prestare la sua opera per due giganti della musica italiana come Ennio Morricone e Nicola Piovani. Esperto di musica elettronica, è stato responsabile della rinascita di un gruppo come gli Hiroshima Mon Amour, suonando e arrangiando il loro ultimo album “Australasia”. Membro stabile del gruppo “Uscita Nord”, musica d'autore in salsa jazz, ha venduto con loro migliaia di dischi. Insieme al pianista jazz Marco Di Battista ha creato il progetto Soundscape's Activity, mettendo tutte le sue competenze al servizio della sperimentazione anticommerciale: un riuscito crossover tra jazz, ambient ed electro, un coraggioso affronto al nulla imperante nella musica di oggi. La Revenge Records, invece, è un'etichetta che sicuramente non fa calcoli di commercialità quando deve lavorare su un prodotto discografico. Dopo aver portato in Italia Icydawn, progetto industrial svizzero molto noto nella sua terra e in Nord Europa, ma ignorato nel nostro Paese, ha poi prodotto l'antologia “Past To Present” dei Cadabra e rilanciato Bruno Romani con il suo progetto Urbanightmare. Due realtà coraggiose della nostra musica, che il destino non poteva evitare di far incontrare. E il risultato è questo secondo album dei Soundscape's Activity intitolato “Elektromagnetik Sketches”.

Dedicato nelle note di copertina allo scienziato croato Nikola Tesla, tornato d'attualità con le sue scoperte proprio in questi ultimi tempi, “Elektromagnetik Sketches” ripercorre la strada tracciata dal loro primo album omonimo. L'elettronica si accompagna al suono classico del pianoforte per creare un sound rarefatto, ma non troppo, in un perfetto equilibrio tra ambient ed electro, che non si sbilancia mai in modo netto né dall'una, né dall'altra parte. Gli arpeggi jazz del piano si adagiano perfettamente tra le braccia (calde) di questi tappeti sintetici, creando suggestioni particolarissime e, soprattutto, inedite. Il disco sembra voler soprattutto esplorare i suoni, ma ad un ascolto più attento  emergono le strutture dei pezzi, non quindi delle distratte “musiche per aeroporti” di Eniana memoria, ma qualcosa di molto più complesso ed architettato. Non ci meraviglieremmo se questo disco venisse giudicato come una delle cose più interessanti ed originali prodotte nel 2015, in un panorama musicale sempre più avaro di scelte coraggiose.


Artista:  Soundscape's Activity
Titolo: Elektromagnetik Sketches
Formato: cd album
Anno: 2015
Etichetta: Revenge Records
Stile: elettronica, sperimentale, jazz

Tracklist:
1- Smiljan
2- Niagara Falls
3- Elektromagnetik Sketches
4- Haarp
5- Reflections On A Rainy Day
6- Zaclumia
7- Alone In The Dark
8- Tunguska

Formazione:
Marcello Malatesta: pianoforte, tastiere, computer
Marco Di Battista: pianoforte, tastiere, computer

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giovedì 14 luglio 2016

Dischi: HIROSHIMA MON AMOUR – Australasia

Hiroshima's Activity.
Secondo la teoria dei gruppi di Kurt Lewin, il gruppo non è la sommatoria dei membri, ma una totalità (il concetto di tutto) e un qualsiasi mutamento di una sua parte comporta uno squilibrio della totalità e la ricerca di un riequilibrio, attraverso la mediazione tra le forze di coesione e le forze di disgregazione. Da questo si evince che basta la sostituzione o l'ingresso di un nuovo elemento in un gruppo di lavoro (o il cambiamento di comportamento di un membro già presente), per determinare la mutazione del tutto e la ricerca di un nuovo equilibrio, con inevitabili fasi di conflitto e di stallo. Forse, oltre alle équipe lavorative convenzionalmente intese, il teorema è ancora più valido se applicato alle bands musicali, che, salvo in rari casi, sono gruppi in mutazione continua, di musicisti e di personalità. Prendiamo, ad esempio, gli Hiroshima Mon Amour. Il loro equilibrio interno è stato da sempre in balìa di innumerevoli cambi di formazione, con il fondatore Carlo Furii nel difficile tentativo di tenere dritta la barra nel marasma dei continui processi di assestamento di cui la band è stata vittima sin dai primi anni di vita. Mutamenti e conflitti che non sempre hanno permesso al gruppo di avere in catalogo delle incisioni all'altezza del proprio nome.
 
2014: gli Hiroshima Mon Amour compiono venti anni di vita e, più casualmente che coscientemente, si rimettono insieme per una nuova prova. La formazione è quella storica dell'Embryo Tour, con Massimo Di Gaetano alla chitarra e Livio Rapini alla batteria, ma con un nuovo elemento ad occuparsi di tastiere e basso: Marcello Malatesta. Musicista sopraffino, pianista al servizio di maestri della musica italiana e internazionale come Ennio Morricone e Nicola Piovani, responsabile del progetto Soundscape's Activity, interessantissimo esperimento di fusione tra jazz, ambient e kraut-rock, tecnico del suono e arrangiatore. La sua integrazione nel nuovo gruppo è perfetta: prende in mano le redini del “cavallo pazzo” Hiroshima Mon Amour e, dopo aver degnamente fatto festeggiare loro il ventennale con un singolo pubblicato proprio nel giorno della fondazione (“Uomo allo specchio”, 6 novembre 2014), li porta in studio per registrare un nuovo album. La direzione è netta: la new wave che ha portato agli onori della cronaca il gruppo (leggi “Dedicata”), rivisitata e corretta da un punto di vista sia tecnico sia artistico, con l'inserimento di tastiere di ultimissima generazione a fianco di sintetizzatori vintage, come il Moog. Nasce così “Australasia”, probabilmente uno dei migliori prodotti discografici degli HMA ad oggi. Nove intensi pezzi, dove si mischiano i The Cure di Seventeen Seconds con il John Foxx dei giorni nostri: basso e batteria imperativi, chitarra acidula e mai troppo invadente, cantato a mezza strada tra l'asettico e il tormentato, le tastiere su tutto, ma anche sotto tutto quando sono gli strumenti elettroacustici ad avere il sopravvento. Mixaggio perfetto. Difficile dire quale sia il pezzo migliore, essendo tutti di ottimo livello, anche se personalmente sono rimasto maggiormente colpito dalla martellante “Ossessione”, posta efficacemente in apertura, dalla litfibiana “Disco” (i Litfiba di Desaparecido, intendiamoci), dall'esotica “Asia” e dalla drammatica “Autunno”. Insomma un gruppo ancora in grado di sapersi reinventare e che sembra aver trovato la strada giusta per uno stabile equilibrio tecnico e umano.


Artista: Hiroshima Mon Amour
Titolo: Australasia
Formato: cd album
Anno: 2015
Etichetta: Danze Moderne
Stile: new wave

Tracklist:
1. Ossessione
2. Uomo allo specchio
3. Suggestione
4. Disco
5. Tutto mio
6. Asia
7. Autunno
8. Catene
9. Io sono qui

Formazione:
Carlo Furii: voce, tastiere
Marcello Malatesta: basso, tastiere, voce
Massimo Di Gaetano: chitarre
Livio Rapini: batteria e percussioni

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domenica 29 maggio 2016

Artisti: Detonazione

I migliori anni '80 italiani.
I Detonazione sono stati senza dubbio uno dei progetti musicali più importanti degli anni '80 italiani. Fautori di un post-punk inizialmente ispirato da PIL e Killing Joke, dotati di una strumentazione atipica (abbinamento sax-elettronica) ed estremamente originali nelle idee, non si sono mai sottomessi alla regola di clonare i fenomeni più vistosi della scena americana o inglese, ma hanno voluto imporre una propria personalità musicale che fondeva le trame della new wave, la violenza del punk e l'imprevedibilità della no wave.

Detonazione 1986
Nascono ad Udine nel 1983 dall'incontro di Bruno Romani (voce, sassofono e flauto traverso), Fabio Scroccaro (tastiere e percussioni), Gianni Brianese (basso), Loris Lavia (chitarra), Giorgio Cantoni (tastiere) e Glen Celeghin (batteria). Nel 1983 pubblicano, per la Tunnel Records, “Sorvegliare e punire”, un EP su 7" che esce anche come allegato della fanzine di Marco Pandin Rockgarage. Il disco, che prendeva il titolo dall'omonimo saggio di Michel Foucault, fu seguito da un tour nazionale che vide anche alcune date europee. Degna di nota la partecipazione all'album compilation “Rockgarage Vol. 4”, pubblicato dalla Materiali Sonori, con il brano, “Grigia miseria”, registrato dal vivo nella Chiesa di Zugliano (UD) la notte di Natale del 1983. Nel 1984 esce, sempre per la Tunnel Records, un singolo dal titolo “L‘Arido Utile / Lamiera”, al quale seguì il mini album “Riflessi conseguenti”, tappa fondamentale nella storia del gruppo. Nel 1986 il gruppo passa alla IRA Records, per la quale esce l'EP “Dentro Me”, con in copertina un famoso fotoritratto di Pier Paolo Pasolini. La formazione si è ridimensionata e vede ora in organico, oltre a Bruno Romani e Gianni Brianese, Max Nicoletti alle tastiere e percussioni e Annalisa Scroccaro alle tastiere. Nel 1989 esce l’album “Ultimi pezzi”, che segna l’abbandono dell’IRA a causa di alcuni contrasti sulle scelte artistiche della band e il ritorno alla precedente etichetta discografica. Il disco vede la partecipazione di Piero Pelù dei Litfiba alla voce (definito nelle note di copertina “il satanico e innominabile Mister PP”) e di Stefano Eco dei Dissolutio Humani Generis alle chitarre. Questo album, dai tratti fortemente sperimentali, rappresenterà il loro canto del cigno, con lo scioglimento della band, di cui solo il cantante/sassofonista Bruno Romani continuerà la carriera musicale con progetti di una certa rilevanza, pur spostandosi su lidi jazz e  sperimentali.

Nel 1997 i La Crus pubblicano l'album “Dentro me”, nel quale reinterpretano l'omonimo brano dei Detonazione. Nel 2010 l'etichetta romana Sometimes Records pubblica una raccolta in compact disc dal titolo “Sorvegliare e punire1983/1984” con dentro l'album “Riflessi conseguenti” e tutti i singoli della band. Il disco rappresentava solo il primo volume di un progetto di due dischi che dovevano coprire tutta la discografia del gruppo, ma che la prematura dissoluzione della label, avvenuta nel 2012, ne ha impedito il completamento. Nel 2015 l'etichetta Again Records, nata dalle ceneri della Sometimes Records, si dà come priorità il completamento del progetto di ristampa dei Detonazione, con la pubblicazione del secondo cd album della serie, intitolato “Ultimi pezzi dentro me1986/1989”. Al suo interno l’album “Ultimi pezzi”, l’EP “Dentro me” e due inediti. 


Artista: Detonazione
Etichetta: Again Records
Stile: new wave, post punk, sperimentale


Formazione:
Bruno Romani: voce, sassofono, flauto traverso
Gianni Brianese: basso
Max Nicoletti: batteria, tastiere
Annalisa Scroccaro: tastiere

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mercoledì 20 aprile 2016

NEWS – Si sciolgono gli Stardom dopo una storia lunga dieci anni.

Hanno salutato i fans in un ultimo concerto al Rock'n'Roll di Milano.

Stardom live
Dopo aver festeggiato i dieci anni di carriera con un album tributo a loro dedicato, dal titolo Make-Up, il 16 aprile 2016 gli Stardom hanno riunito i loro fans al Rock'n'Roll di Milano per salutarli un'ultima volta prima dello scioglimento, evento annunciato pochi giorni prima sulla loro pagina facebook. La notizia ha lasciato sgomenti i fans più accaniti, che piuttosto si aspettavano un terzo album di studio a seguito della pubblicazione del singolo “Seno” (dicembre 2015). Dopo due cd album, entrambi per l'etichetta Danze Moderne, e numerose esibizioni live lungo tutta la penisola, il gruppo ha deciso di porre fine alla propria esistenza in modo pacifico, per motivi che non sono stati ancora resi noti. Dei quattro componenti, Riccardo Angiolani, Oliver Pavicevic, Antonio Florita e Cristina Corti, solo di quest'ultima c'è la certezza di un nuovo cammino musicale grazie agli Electrogenic, duo synthpop fondato insieme a Stefano Lugo, che ha già dato alle stampe un album d'esordio dal titolo “Double Exposure”.


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mercoledì 9 marzo 2016

NEWS – Viridanse: ecco il video di “Disordine”

Primo videoclip ufficiale dopo reunion e nuovo album.
Sicuramente una delle reunion meglio riuscite della storia del rock di casa nostra questo inaspettato ed efficace ritorno dei Viridanse, tornati insieme alla distanza di trent'anni dal loro scioglimento, avvenuto sul finire degli anni '80. Dopo i primi concerti con la nuova formazione nel 2014, un nuovo album omonimo nel 2015 per l'etichetta Danze Moderne, eccoli alle prese con il videoclip di "Disordine", brano d'apertura dell'album "Viridanse". Il video è stato realizzato dalla Andrea & Paolo Lombardi Productions, con la regia di Andrea Di Bartolo, la fotografia di Fabio Gagliardi e distribuito da Audioglobe. Tutte le scene sono state realizzate a Spinetta Marengo nello studio Sonic Factory 4/4 di Andrea Mazza.

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