Hiroshima's Activity.
Secondo la teoria dei gruppi di Kurt Lewin, il
gruppo non è la sommatoria dei membri, ma una totalità (il concetto di tutto) e
un qualsiasi mutamento di una sua parte comporta uno squilibrio della totalità
e la ricerca di un riequilibrio, attraverso la mediazione tra le forze di
coesione e le forze di disgregazione. Da questo si evince che basta la
sostituzione o l'ingresso di un nuovo elemento in un gruppo di lavoro (o il
cambiamento di comportamento di un membro già presente), per determinare la
mutazione del tutto e la ricerca di un nuovo equilibrio, con inevitabili fasi
di conflitto e di stallo. Forse, oltre alle équipe lavorative convenzionalmente
intese, il teorema è ancora più valido se applicato alle bands musicali, che,
salvo in rari casi, sono gruppi in mutazione continua, di musicisti e di
personalità. Prendiamo, ad esempio, gli Hiroshima Mon Amour. Il loro equilibrio
interno è stato da sempre in balìa di innumerevoli cambi di formazione, con il
fondatore Carlo Furii nel difficile tentativo di tenere dritta la barra nel
marasma dei continui processi di assestamento di cui la band è stata vittima
sin dai primi anni di vita. Mutamenti e conflitti che non sempre hanno permesso
al gruppo di avere in catalogo delle incisioni all'altezza del proprio nome.
2014: gli Hiroshima Mon Amour compiono venti
anni di vita e, più casualmente che coscientemente, si rimettono insieme per
una nuova prova. La formazione è quella storica dell'Embryo Tour, con Massimo
Di Gaetano alla chitarra e Livio Rapini alla batteria, ma con un nuovo elemento
ad occuparsi di tastiere e basso: Marcello Malatesta. Musicista sopraffino,
pianista al servizio di maestri della musica italiana e internazionale come
Ennio Morricone e Nicola Piovani, responsabile del progetto Soundscape's
Activity, interessantissimo esperimento di fusione tra jazz, ambient e
kraut-rock, tecnico del suono e arrangiatore. La sua integrazione nel nuovo
gruppo è perfetta: prende in mano le redini del “cavallo pazzo” Hiroshima Mon
Amour e, dopo aver degnamente fatto festeggiare loro il ventennale con un
singolo pubblicato proprio nel giorno della fondazione (“Uomo allo specchio”, 6
novembre 2014), li porta in studio per registrare un nuovo album. La direzione
è netta: la new wave che ha portato agli onori della cronaca il gruppo (leggi
“Dedicata”), rivisitata e corretta da un punto di vista sia tecnico sia
artistico, con l'inserimento di tastiere di ultimissima generazione a fianco di
sintetizzatori vintage, come il Moog. Nasce così “Australasia”,
probabilmente uno dei migliori prodotti discografici degli HMA ad oggi. Nove
intensi pezzi, dove si mischiano i The Cure di Seventeen Seconds con il John
Foxx dei giorni nostri: basso e batteria imperativi, chitarra acidula e mai
troppo invadente, cantato a mezza strada tra l'asettico e il tormentato, le
tastiere su tutto, ma anche sotto tutto quando sono gli strumenti
elettroacustici ad avere il sopravvento. Mixaggio perfetto. Difficile dire
quale sia il pezzo migliore, essendo tutti di ottimo livello, anche se
personalmente sono rimasto maggiormente colpito dalla martellante “Ossessione”,
posta efficacemente in apertura, dalla litfibiana “Disco” (i Litfiba di
Desaparecido, intendiamoci), dall'esotica “Asia” e dalla drammatica “Autunno”.
Insomma un gruppo ancora in grado di sapersi reinventare e che sembra aver
trovato la strada giusta per uno stabile equilibrio tecnico e umano.
Artista: Hiroshima Mon Amour
Titolo: Australasia
Formato: cd album
Anno: 2015
Etichetta: Danze Moderne
Stile: new wave
Tracklist:
1. Ossessione
2. Uomo allo specchio
3. Suggestione
4. Disco
5. Tutto mio
6. Asia
7. Autunno
8. Catene
9. Io sono qui
Formazione:
Carlo Furii: voce, tastiere
Marcello Malatesta: basso, tastiere, voce
Massimo Di Gaetano: chitarre
Livio Rapini: batteria e percussioni
Collegamenti: