venerdì 1 gennaio 2010

ENPALS: l’agibilità e il mistero della pensione del musicista

Dal 2007 le cose sono migliorate, ma solo per i dilettanti

Uno dei problemi principali che incontrano i musicisti che si esibiscono dal vivo è la questione dell’agibilità ENPALS. Molti colleghi spesso mi chiedono delucidazioni sull’argomento e cercherò, in questo articolo, di chiarire alcune cose in modo molto sintetico.
L' ENPALS (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo) è l'ente pensionistico dei lavoratori dello spettacolo, come lo è, ad esempio, l’INPS per altre categorie di lavoratori. Individuiamo subito gli attori che ruotano intorno a questo teatrino: l’ENPALS è l’ente pensionistico, il gestore del locale è il datore di lavoro, il musicista è il lavoratore. Il certificato di agibilità è una certificazione obbligatoria che va richiesta dal datore di lavoro (il gestore) all'ENPALS quando organizza un evento che preveda l'ingaggio di un musicista, indipendentemente dal fatto che la prestazione sia retribuita o a titolo gratuito. Il principio che sta dietro questa “autorizzazione ad agire”, che non esiste per altre categorie di lavoratori, ha una sua logica: chi gestisce un locale per concerti, ogni sera fa esibire un musicista diverso (cosa che non succede in fabbrica, ad esempio, dove l’operaio viene assunto per anni) ed è semplice evadere il versamento dei contributi dovuti in caso di mancato controllo: se il controllo non arriva, si straccia il contratto e si paga in nero. Per ovviare a ciò, l’ENPALS ha preteso di essere informata in anticipo dell’esibizione, che autorizza rilasciando il famoso certificato di agibilità, ossia il gestore è “autorizzato ad agire”, a far esibire il musicista, e conseguentemente è tenuto a versargli i contributi. Il musicista, alla sua prima esibizione e alla sua “prima agibilità”, verrà automaticamente immatricolato dall’ENPALS, che da quel momento si occuperà di riscuotere i suoi contributi pensionistici.
Come notate, in tutta questa storia il musicista non deve fare null’altro che esibirsi, basta!

Perché, allora, è venuto a crearsi tutto questo panico intorno all’agibilità ENPALS, ossessione per tutti i musicisti che si esibiscono dal vivo?
Tutto nasce dal semplice fatto che i gestori considerano la richiesta di agibilità “una scocciatura” e pretendono che sia il musicista a procurarsela, auto-regolarizzandosi. Un calvario per il povero musicista! Il tutto aggravato da un accordo ENPALS/SIAE: l’ENPALS, infatti, ha delegato la SIAE a svolgere i controlli in sua vece; quindi, se prima i controlli erano sporadici se non inesistenti, oggi le cose sono cambiate drasticamente, con i funzionari SIAE che, già all’opera per i controlli di loro competenza, con l’occasione vanno a dare un’occhiatina anche all’agibilità.
Che cosa è stato costretto a fare il musicista per regolarizzarsi? Due sono state le strade seguite: la prima è stata quella di iscriversi a cooperative o associazioni che, presa la palla al balzo, sono spuntate come funghi. In che modo viene aggirato l’ostacolo? In pratica il musicista diventa un “dipendente” della cooperativa, la quale dovrà preoccuparsi di richiedere l’agibilità all’ENPALS e fare i versamenti contributivi. Quindi il gestore non pagherà il musicista ma la cooperativa, per una semplice prestazione di lavoro autonomo, evitando l’assunzione diretta del musicista e by-passando le pratiche ENPALS. Iscriversi a una cooperativa ha ovviamente un costo, che si aggira indicativamente sui 100,00 euro l'anno a persona. Una band di cinque persone porta nelle casse di una cooperativa circa 500,00 euro l’anno.
La seconda strada, di più recente introduzione, è stata la possibilità per il musicista di auto-regolarizzarsi sul sito WEB dell’ENPALS (http://www.enpals.it/), dove può registrarsi e ottenere un codice identificativo, grazie al quale, a ogni esibizione in programma, potrà richiedere direttamente l’agibilità a proprio nome. Successivamente all’esibizione, entro un certo numero di giorni, egli dovrà comunicare all’ENPALS l’ammontare del compenso ricevuto ed entro il giorno 16 del mese successivo dovrà provvedere al versamento dei propri contributi.

Questa faccenda dell’agibilità ha penalizzato fortemente la musica dal vivo in Italia, specialmente per quanto riguarda i gruppi emergenti, con poche date all’attivo: se era “una scocciatura” per i gestori richiedere l’agibilità, figuriamoci per dei poveri ragazzi che già fanno i salti mortali per trovare una serata. Qualcosa però è cambiato con la finanziaria del 1° gennaio 2007, finalmente una norma a favore dei musicisti non professionisti: se si guadagna meno di 5000,00 euro lordi l'anno con la musica, si è considerati dei dilettanti e quindi non serve né l'iscrizione né l'agibilità. Inoltre sono esonerati i giovani (fino a 18 anni), gli studenti (fino a 25 anni), i pensionati e i musicisti che versano contributi ad altri enti (ad esempio un operaio che già versa contributi all’INPS, ma che è anche musicista e fa serate). Può accadere che qualche gestore di locale, in buona fede, chieda comunque l'agibilità perché confuso dal marasma di informazioni contraddittorie che circolano sulla questione (messe in giro ad arte per continuare ad incassare tributi non dovuti?), ma, se rientrate in una di queste categorie, non desistete e fate valere i vostri diritti, legge alla mano. Restano delle cosa da fare però, che sono:
1- Dotarsi di un’autocertificazione (in duplice copia, una per il musicista e una per il gestore, firmata da entrambi) dove si dichiara di essere minorenni o studenti o lavoratori dipendenti che versano contributi ad altro istituto (un fac-simile lo trovate qui);
2- stampare dal sito dell’ENPALS la circolare n° 02/08 (la trovate anche qui);
3- se l’esibizione non è gratuita, occorre stampare una “nota spese”, numerata progressivamente e datata, molto semplice (un fac-simile lo trovate qui), dove andranno indicati i dati personali e quelli del locale. Va compilata tipo una fattura e consegnata al gestore, che dovrà preoccuparsi di versare la ritenuta d’acconto con modello F24.
Per i musicisti professionisti restano invece le scorciatoie sopra descritte, ossia ci si iscrive ad una cooperativa o ci si auto-regolarizza tramite il sito internet dell’ENPALS. Comunque ci sono importanti novità anche per i gestori dei locali: le procedure di agibilità possono essere aperte direttamente sul sito dell’ENPALS, nella sezione servizi, rendendo molto meno “brigosa” la procedura. Fatelo, i musicisti ve ne saranno grati!

Una storia a lieto fine? Per alcuni aspetti sì, sicuramente la normativa del 2007 è stata un fatto positivo per i dilettanti, ma ci sono ancora i professionisti, quelli che con la musica ci campano, sia suonando dal vivo che prestando la loro opera da turnisti... perché non l’ho ancora detto, ma quando uno studio di registrazione chiama un turnista per suonare in una qualsiasi produzione discografica, nel pagarlo, dietro presentazione di fattura, deve versargli anche i contributi ENPALS. L'agibilità ENPALS deve essere attivata anche solo per un giorno a carico dello studio stesso. A proposito di questi professionisti, ai quali un giorno dovrebbe andare la pensione ENPALS… ecco… c’è una domanda che mi rode dentro e di cui voglio rendervi partecipi. Non ho mai conosciuto in vita mia un pensionato dell’ENPALS. Se tra i nostri lettori ce n’è qualcuno o se ne conoscete qualcuno, contattateci al più presto, fateci i loro nomi, vogliamo conoscerli. Al momento sembra più facile trovare uno Yeti. Vi spiego il perché io dubito del fatto che esistano pensionati dell’ENPALS: tale pensione viene erogata dopo un minimo di 20 anni di contributi, e per raggiungere un anno occorrono 120 giornate lavorative. Sembra un numero di giornate irrisorie se paragonate a quelle di un lavoratore INPS, ma se calcoliamo che una giornata lavorativa per l’ENPALS corrisponde ad un concerto, per raggiungere un anno di contributi ci vogliono 120 concerti all’anno, tutti con regolare versamento di contributi. Per raggiungere la quota necessaria per la pensione, ossia 20 anni, sono quindi necessari 2400 concerti! Calcolando poi che i concerti tenuti all’estero non valgono, perché l’ENPALS non li conteggia, l’impresa appare veramente ardua.
La domanda è, quindi: se nessuno prende la pensione dall’ENPALS, tutti i soldi versati in contributi dove vanno a finire?



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