martedì 12 ottobre 2010

La guerra dei social network e la sconfitta di MySpace

Il famoso portale, nonostante gli sforzi per stare al passo con i tempi, è stato oramai schiacciato da Facebook

La musica era riuscita ad aggregare un’enorme comunità virtuale su internet: con MySpace artisti famosi e in erba si incontravano con gli utenti, desiderosi di essere in contatto diretto con i loro idoli o di scoprire nuove bands. Le cose sono andate bene per alcuni anni, durante i quali MySpace ha avuto un’esplosione di popolarità senza precedenti. Poi la crisi.
Creato nel 1998 da Tom Anderson e Chris DeWolfe, due studenti di Santa Monica, California, esso era diventato in poco tempo uno dei siti più popolari al mondo per l’innovazione e la semplicità di utilizzo. Agli utenti venivano forniti gratuitamente blog, profili personali, foto, video e soprattutto musica. Infatti era possibile, iscrivendosi come gruppo musicale, caricare alcuni brani mp3 sulla propria pagina, ascoltabili in streaming. Agli inizi MySpace è stato un veicolo pubblicitario per gruppi emergenti desiderosi di far conoscere il proprio sound: grazie a questo sito, artisti come gli “Arctic Monkeys” o i “Cansei De Ser Sexy” sono diventati celebri in tutto il mondo prima ancora di aver pubblicato un disco, creando dei casi unici e clamorosi. In seguito, visto tale successo, anche i gruppi famosi si sono buttati nella mischia, più per beneficiare di questo nuovo incredibile mezzo di visibilità mediatica che non per il desiderio di avere un contatto diretto con i propri fans (tanto che la quasi totalità di queste pagine erano gestite da amministratori invece che dagli artisti stessi). Non c'è stato musicista che non abbia aperto qui una sua pagina ed è stato straordinario, da questo punto di vista, vedere piccole bands, ancora alle prese con le prime prove in garage, proporre i propri brani demo accanto alle mega-produzioni dell'idolo del momento. L’affare non è sfuggito al fiuto del magnate australiano Rupert Murdoch, che nel 2005 ha investito 580 milioni di dollari per acquistare MySpace. Nasce così il boom dei “social network”: a MySpace si affiancano Facebook, Twitter ed altri. Le statistiche rivelano che negli ultimi anni i siti social network hanno superato per popolarità quelli porno, segnando la fine di un’epoca e un cambio radicale per internet.

Qualcosa, però, ha cominciato ad andare storto per MySpace nel 2009: DeWolfe lascia la guida del board e poco dopo l’azienda annuncia il taglio di 425 posti di lavoro, ossia decide di mandare a casa il 30% del proprio personale. Owen Van Natta, Chief Operating Officer, ha spiegato che questi cambiamenti, pur dolorosi, sono stati necessari per la salute a lungo termine di MySpace. Jonathan Miller, nuovo capo della divisione Digital Media di News Corp, ha detto che il portale era cresciuto troppo rispetto alla realtà del mercato odierno. Ma nonostante questi interventi, MySpace va sempre più giù. Lo confermano anche i dati diffusi dalla Hitwise, che segnalano un calo a picco del portale di Murdoch, calo palesemente legato alla contemporanea crescita dei due altri celebri social network: Twitter e, soprattutto, Facebook. MySpace è riuscito a perdere terreno anche nel campo che gli era più congeniale, ossia quello della comunità musicale, che ha iniziato a disaffezionarsi in modo significativo: dal 2007 al 2009 la percentuale delle bands che si sono dotate di un profilo MySpace è passata dal 10% al 4%. Il rimedio è stato forse peggiore della malattia: MySpace, dovendo trovare il modo di rinnovarsi per non perdere ulteriore terreno nei confronti di Facebook, ha deciso di rincorrerlo con una serie infinita di aggiornamenti delle sue caratteristiche e funzionalità, tanto da snaturare la sua forma e disorientare anche gli utenti più affezionati. I commenti degli utenti sono stati impietosi: “Le nuove applicazioni di MySpace non le usa nessuno, gli eventi sono confusionari. Aggiornare l’interfaccia ora prevede un sistema macchinoso e assurdo. Molte bands, sicuramente le più interessate a mantenere in piedi il loro profilo, stanno gettando la spugna. Qualsiasi mossa sarà sempre e solo una copia delle funzioni di Facebook e l’impressione è che oramai sia troppo tardi per tornare indietro”. Alcuni integralisti di MySpace (ma non solo) giudicano Facebook come un social network un po’ “stupidotto”, buono per mettere a nudo le debolezze di utenti privi di argomenti, ma l’amara realtà è che Facebook sta avvicinando la gente ad internet, MySpace la sta allontanando. In attesa della prossima rivoluzione del WEB, che spazzerà via tutto per creare nuovi miti.


.