sabato 14 maggio 2011

News: Max Stèfani lascia Il Mucchio, storica rivista musicale

Le ragioni di tale traumatico divorzio nel suo ultimo editoriale.

Terremoto nel mondo dell'editoria musicale italiana: Max Stèfani lascia Il Mucchio Selvaggio, storico magazine da lui fondato nel lontano1977 e di cui è sempre stato il direttore. Si apprende la notizia dal sito web della rivista stessa: “Questo è un numero spartiacque nella storia della testata, che da trentaquattro anni racconta la realtà attraverso la musica, il cinema, i libri, l'attualità, la cultura in genere” e poi “Massimo Stèfani, direttore dal primo numero dell'ottobre 1977, lascia Il Mucchio firmando il suo ultimo editoriale. Una decisione ampiamente motivata sulle pagine del giornale, che resta inalterato nel suo staff e nella sostanza”.
Sul numero 682 de Il Mucchio, attualmente in edicola, Stèfani spiega le ragioni di tale traumatico divorzio nel suo ultimo editoriale:

“Da questo mese non sono più il direttore del Mucchio. Anzi, a dire la verità, l’ultimo numero che ho firmato veramente è stato quello di febbraio. Ho sempre creduto che il mio rapporto con questo giornale sarebbe durato fino alla mia morte o fino al momento in cui mi sarei stufato. Comunque una mia scelta. Invece problemi interni alla redazione e in parte anche alcune considerazioni personali mi hanno costretto a questa situazione. Mi sostituisce Daniela Federico, negli ultimi anni al mio fianco come braccio operativo, che si appoggerà probabilmente a Beatrice Mele, Federico Guglielmi e John Vignola. Per me era impossibile, sia da un punto di vista umano che professionale, continuare a lavorare con un gruppo di persone che sentivo sempre più distanti. Siamo cresciuti in modi diversi, musicalmente, politicamente, filosoficamente, giornalisticamente. Abbiamo visioni distanti e lo scontro è stato inevitabile.
Il giornale che ho in mente io va da una parte, quello loro da un'altra.
Credo che se un gruppo di persone si reputi migliore del sottoscritto e faccia tanto per raggiungere il potere, debba poi anche prendersi le responsabilità di un eventuale fallimento e che quindi non abbia senso per me restare, anche solo formalmente, al mio posto per mascherare il cambiamento.
Sono stanco. Scendo a questa fermata. Sarà un giornale differente? Credo proprio di sì. Politicamente molto più corretto, sicuramente dal mio punto di vista meno interessante. Magari anche migliore per certi versi e con risultati di vendite più alte. Questo nessuno lo sa.
Sicuramente sarà un “altro” giornale. Sicuramente non il “mio” giornale. Lo schema vincente musica-cinema-libri-politica (che è poi quello che ci differenzia dagli altri giornali musicali) non sembra almeno per il momento abbandonato, anche se non molto lucidamente, ma il nuovo direttore avrà modo di essere più preciso su quello che diventerà il Mucchio. Certo, qualcuno dei collaboratori o redattori (penso soprattutto a Del Papa ma anche a Orioles, Barone, Leporace, Crespi, Bolli, etc) si troverà a disagio. Ma quando c’è un forte cambiamento è fisiologico che una parte del giornale segua le sorti della precedente direzione. Mi auguro che diate comunque una chance a quello che sarà questo giornale. Mi dispiacerebbe se non fosse così. Ringrazio tutti. In quasi 34 anni sono passate su queste pagine almeno un milione di persone. Il 99% di queste non leggeranno ovviamente quanto scritto ora, ma il ringraziamento va anche a loro. Hanno cambiato la mia vita. Spero di aver dato qualcosa anch’io. Ringrazio anche le centinaia di firme che hanno contribuito a rendere questo giornale un caso quasi unico in Italia. Se non altro per il coraggio morale di avere un’opinione diversa e proporla a lettori infastiditi oppure ostili che rimane un pregio raro nella stampa di ogni paese. Per quanto mi riguarda non farò altro, almeno per il momento. La mia vita in questo momento è piena e bella come non lo era mai stata.
Il mio facebook e la mia nuova mail per tenersi aggiornati.
Statemi bene”


Una separazione tutt’altro che indolore, quindi. Stèfani esce anche dalla società cooperativa che gestisce la testata e che porta ancora il suo nome, la Stemax, mentre la direzione passa al redattore capo Daniela Federico, sua collaboratrice storica. Era già da diverso tempo che Stèfani accennava a divergenze maturate in redazione, da quando Il Mucchio era tornato ad essere un mensile dopo una difficile stagione in cui era stato settimanale. A ciò aveva fatto seguito anche un cambio di linea editoriale, che aveva visto ampiamente ridotto lo spazio dedicato alla musica a beneficio delle rubriche di politica e attualità, facendone un vero e proprio magazine multiculturale. Una delle conseguenze di tale linea era stato il trasferimento sul suo sito web di una delle rubriche più interessanti e costruttive: Fuori dal Mucchio, inserto dedicato al rock indipendente del nostro Paese. Una linea che, evidentemente, non è piaciuta a tutti i collaboratori. Ha commentato l’accaduto Federico Guglielmi, altra storica firma del giornale: “Conosco Max dal 1979 e gli sono riconoscente per avermi dato l'opportunità di diventare un professionista del settore, di gestire in totale autonomia ciò che mi veniva affidato, da articoli a interi giornali. I nostri rapporti non sono mai stati stretti a causa delle profonde diversità sulla visione del lavoro e della vita, ma se siamo stati capaci di collaborare per oltre trenta anni, superando problemi pesanti, vuol dire che esisteva un equilibrio. La sua uscita dal giornale era divenuta purtroppo inevitabile: quando tutta una squadra, nonché il presidente e i dirigenti della società, si trovano in disaccordo con l'allenatore, a lasciare è sempre quest'ultimo. Da molti anni Max delegava completamente ai responsabili dei vari settori i contenuti di almeno tre quarti della rivista, l'intero staff faceva già riferimento a Daniela Federico, che è stata a lungo direttore responsabile. Non ci saranno rivoluzioni né a livello di linea editoriale né di spirito, ma solo aggiustamenti di rotta. Il Mucchio è sempre stato il frutto del lavoro di un gruppo di persone, ripudiare questo lavoro significherebbe ripudiare noi stessi”.
A volte i cambiamenti, seppur dolorosi, sono necessari per (ri)trovare nuovi equilibri. Personalmente mi auguro che ne Il Mucchio la musica torni ad avere un ruolo preponderante come in passato, nutro parecchia stima per un giornalista come Federico Guglielmi e sono sicuro riuscirà a guidare questa transizione nel migliore dei modi. 

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