Il primo
servizio musicale sul WEB per lo streaming on-demand.
Di tutte le
novità apparse sul WEB negli ultimi anni riguardanti lo streaming on-demand,
quella che mi ha appassionato di più è stata senza dubbio Spotify. Spotify è
stato lanciato nel 2008 dalla startup svedese Spotify AB per offrire ai suoi
utenti un'ampia selezione musicale di svariate case discografiche, tra le quali
le major Universal, EMI e Sony. Per poter usufruire del servizio è necessario
registrarsi e creare un proprio account, quindi decidere se essere utenti Free,
Unlimited o Premium. Gli utenti Free, qualifica che si ottiene con la
sottoscrizione, possono ascoltare musica in quantità illimitata, ma
intervallata saltuariamente da brevi spot pubblicitari audio-video di circa 20
secondi ciascuno, gli utenti Unlimited accedono al servizio senza interruzioni
pubblicitarie, mentre gli utenti Premium possono usufruire in più dello
streaming con maggiore bitrate (fino a 320 kb/s), l'accesso offline alla musica
e le applicazioni mobili. L'azienda è stata fondata a Stoccolma da Daniel Ek e
da Martin Lorentzon, cofondatore di TradeDoubler, l'azienda madre è oggi la Spotify Ltd di Londra,
mentre la ricerca e lo sviluppo vengono svolti a Stoccolma sempre dalla Spotify
AB. Il programma è stato lanciato il 7 ottobre del 2008 e già nel 2010 il World
Economic Forum aveva conferito all'azienda il titolo di Technology Pioneer. Il
catalogo Spotify è sterminato: nel 2014 conteneva oltre 20 milioni di brani
musicali, sia di artisti major che indipendenti, e il numero tende a crescere
in modo esponenziale, anche se a tutt'oggi si notano assenze pesanti. Tra i big
assenti a livello mondiale spiccano Led Zeppelin, Pink Floyd, Ac/Dc e The Beatles
(esclusiva di iTunes), mentre, tra i grandi nostrani, pesa la mancanza di Lucio
Battisti.
Funzionamento
Logo Spotify |
Conclusioni
Credetemi, per
innamorarsi di Spotify basta un attimo! Il mercato musicale ha subito drastici
mutamenti negli ultimi anni, sia dal punto di vista dei supporti audio che
delle innumerevoli possibilità di usufruire della musica. Si è passati dai
vinili 45 e 33 giri alle musicassette, dai compact disc ai files mp3, fino allo
streaming. Così come drastici mutamenti per quel che riguarda le radio, che un
tempo ci imponevano via etere le loro scalette, ma che ora stanno diventando
solo un lontano ricordo: la radio, adesso, ce la facciamo noi, con le canzoni
che ci piacciono o che rientrano nei generi che amiamo. Ed è nell'ottica di
questo inarrestabile cambiamento che si inserisce la novità di Spotify,
sicuramente il modo di ascoltare la musica del futuro, vista la rapidissima
evoluzione tecnologica di computers e smartphone, con buona pace dei nostalgici
dei vecchi LP in vinile o delle vecchie radio in FM.
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