domenica 3 aprile 2011

Interviste: Emanuele Lapiana dei N.A.N.O.

Metamorfosi di un fiore

C.O.D. è l’acronimo di “Crack Opening Displacement”, ossia il momento in cui un metallo in trazione passa dalla crepa alla rottura totale. C.O.D. è stato anche l’ultimo grande gruppo rock italiano degli anni ’90. Guidati da Emanuele Lapiana, autore sensibile e voce di questa straordinaria esperienza musicale, hanno esordito con “La velocità della luce” (1999), un disco che omaggiava Ian Curtis e i Marlene Kuntz, ma in realtà forgiava un linguaggio nuovo fatto di chitarre acustiche e distorte, sofisticati arrangiamenti elettronici, testi malinconici e profondi. Tutto è finito in un battito d’ali: traditi dalla Virgin, colpiti da crudeli scherzi del destino, hanno chiuso questa esperienza sulle note di “Preparativi per la fine” (2005), il secondo ed ultimo album. Oggi Emanuele si fa chiamare N.A.N.O. ed ha ancora molte cose da dire: l’album “Mondo madre” (2007) stempera il clima teso dei precedenti lavori a favore di un pop elettronico di pregevole fattura. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui ripercorrendo le tappe della sua avvincente e tormentata carriera musicale.



Il nome C.O.D. si afferma sul finire degli anni ’90 dopo una lunga gavetta sui palchi di manifestazioni per gruppi emergenti: mi racconti degli albori del gruppo, come vi siete conosciuti e quale musica vi ha influenzato?
Gli albori sono stati duri e con poche soddisfazioni. Molti cambi di formazione, pochi concerti. Ci siamo stabilizzati in una formazione a quattro, di persone che si volevano e tuttora si vogliono molto bene. Fare musica "indie" in italiano a quei tempi era una follia e le cover band, quelle che ora si chiamano tribute band, imperversavano. Poco spazio nei pub o sulle radio locali, eravamo troppo diversi. Ci piacevano i Cure, i R.E.M., gli Smiths, e la new wave più alternativa. Allora abbiamo cominciato a fare concorsi fuori dal Trentino perché era l'unico modo di uscire dalla sala prove, quindi sono arrivate le vittorie, i complimenti, e, a ruota, le case discografiche.

Poi avete firmato per la Virgin, come sono andate le cose?Dopo la vittoria a Ritmi Globali ed Enzimi (ora PIM) fummo contattati da tutte le major e le indie di peso del tempo; scegliemmo la Virgin perché pareva, a quel tempo, quella più giusta per noi: i CCCP, gli Ustmamò e molti nostri idoli come Bowie, Genesis, PJ Harvey, Placebo e Skunk Anansie incidevano per loro.

Come è nata la collaborazione con Luca Rossi degli Ustmamò, responsabile della produzione del vostro primo album? 
Era in giuria a Ritmi Globali e restammo in contatto, ci piacque la sua "montanarità"; non era uno della "macchina" milanese, ma uno come noi, in più incideva per la nostra stessa casa discografica.

“La velocità della luce”, a mio avviso, è un disco che è riuscito ad avere un sound proprio, senza particolari riferimenti ad artisti o scene musicali già esistenti. A distanza di tanti anni, cosa provi pensando a quel disco? Non credi, come me, che abbia raccolto meno di quanto meritasse?
Senz'altro, ma ha avuto comunque le sue possibilità. Siamo stati un po' sfortunati, senza dubbio, ma forse non eravamo abbastanza maturi e pronti per quel mondo. Ci è sicuramente mancata una figura di riferimento manageriale e siamo stati attenti solo ad alcuni aspetti del lavoro, trascurandone altri. Concordo con quanto affermi sul sound.

La prima volta che vi ho ascoltati è stato grazie al video di “Fiore”, trasmesso da MTV, un singolo molto coinvolgente, che mi ha preso subito, uno dei migliori pezzi di rock italiano di sempre. Ma che fine ha fatto quel video? Non si trova nemmeno su YouTube…
Grazie, sei troppo gentile. Mi hanno appena fatto avere delle copie digitali dei video di "Fiore" e "Polaroid", penso che le pubblicheremo presto su YouTube.

Al primo album ha fatto seguito un lungo periodo di stasi, mi racconti cosa è successo? Quanto quella crisi è stata causata da contrasti con la Virgin e quanto da problemi personali all’interno del gruppo?
Direi entrambe le cose. Alla Virgin c'è stato un cambio di dirigenti e i nuovi arrivati non sono stati così ben disposti nei nostri confronti come i precedenti. Inoltre ci siamo ritrovati a gestire una passione che era diventata professione e la cosa non ci piaceva così tanto, tutto sommato. Tanti altri piccoli motivi, inoltre, ci hanno spinto lontano dalla musica per qualche anno.

“Preparativi per la fine”, secondo album, già dal titolo nasce come pietra tombale su questa esperienza, eppure i riscontri sono stati ottimi e c’erano le premesse per andare avanti. Erano proprio finiti i C.O.D.?
Per me è stato necessario. Fondamentalmente non sono mai riuscito ad accettare i nuovi membri della band come tali e ho fatto loro del male. Non riuscivo a dare loro lo spazio che meritavano, sebbene fossero degli eccellenti musicisti, perché, in fin dei conti, continuavo ad immaginare di suonare sempre con i miei amici dell’inizio. Anche questa è una mancanza di professionalità, se vogliamo, ma per me i cod sono una cosa sacra, per questo ho scelto di non andare avanti, anche se, di fatto, avrei potuto farlo con la nuova formazione.

A questo punto hai deciso di proseguire come N.A.N.O.: perché un altro acronimo anziché presentarti come Emanuele Lapiana?
Non lo so, forse perché nome e cognome mi danno l'idea di un cantautore e non credo che la mia musica sia strettamente cantautorale. Dietro alla sigla c'è comunque sempre un gruppo di persone, non solo io. La differenza con la band tradizionale è che persone diverse, in modi e tempi diversi, partecipano al processo di creazione e realizzazione delle canzoni e questo mi piace moltissimo. Sto imparando moltissimo da tutte le persone con cui ho avuto la fortuna di collaborare.

Parlami di “Mondo madre”: come è cambiato, dal tuo punto di vista, il linguaggio musicale rispetto all’esperienza C.O.D.?
Posso dirti che sicuramente è cambiato... mi diverto a fare cose nuove, non ho paura di cambiare, cerco sempre uno scatto, un miglioramento nella scrittura musicale e in quella dei testi, cercando di rispettare quello che sono e quello che voglio dire in quel momento. Mi farebbe enorme tristezza esprimermi e pensare allo stesso modo di dieci anni fa, io sono cambiato, c'è poco da fare. Poi il computer ha aperto degli orizzonti incredibili alla scrittura musicale, ti rendi conto che quelle canzoni sono nate in stanze d'albergo e sale d'aspetto, con arrangiamenti e tutto il resto. A me pare incredibile…

La musica ruvida e i testi malinconici dei C.O.D., il pop elettronico e l’ironia di N.A.N.O., ma com’è caratterialmente Emanuele Lapiana?
Io sono un tipo normale. È il pazzo che c'è dentro me che mi tormenta e mi fa suonare, provare, scrivere. Il prossimo disco sta uscendo molto diverso da tutto ciò che ho fatto finora, meno elettronica, atmosfere decisamente meno pop.

So che stimi molto come autore Federico Fiumani dei Diaframma, lui ha ricambiato chiamandoti a partecipare alla raccolta/tributo “Il dono”…
Di più. Canterà un brano intero del mio prossimo album. Yeah! Federico è un poeta ed una cara persona, le sue canzoni sono state molto importanti nella mia formazione umana e compositiva, lo stimo molto. La sua presenza sul mio disco mi ha fatto molto piacere, ed è stato un gesto di riconoscimento da parte sua che ho molto apprezzato.

In un verso di “Canzone di cemento armato” dici “L’industria discografica italiana è allo sbando ed io non sono affatto giù”. Cosa pensi dell’attuale ”industria discografica italiana”? Quali prospettive vedi per il futuro della musica indipendente?
Dell'industria discografica italiana penso che sia un'industria di serie B, poche realtà si salvano da questa desolazione. Purtroppo in Italia la musica è considerata una scelta da sciocchi, da persone poco concrete, un po' “da strani”; la realtà è che l’arte e l'entertainment in generale sono un'industria con un potenziale enorme, ma da noi la professionalità è di basso livello, purtroppo. I talent scout sono alla ricerca della Lady Gaga italiana o dei cloni di qualche artista affermato piuttosto che di un'artista con un perché ed un'originalità propria, dimentichi del fatto che sono i grandi artisti quelli che fanno la differenza nel lungo periodo. La gente è sempre affamata di grandi canzoni, grandi film e grandi libri.

La tecnologia ha rivoluzionato il mondo della musica: i supporti fisici stanno morendo e le canzoni viaggiano gratuitamente da un computer all'altro in formato mp3. Pensi che la cosa abbia giovato o no agli artisti e alla musica in generale?
Sì, decisamente. Gli artisti ne hanno tratto giovamento come minimo e i fans anche, questa facilità nel rapporto è stupenda e ne godo praticamente ogni giorno, con corrispondenze via mail, commenti sui social network, eccetera… L'unica cosa che non mi piace è l'idea oramai diffusa che la musica debba essere gratuita. Questa è una scemenza. Sarebbe giusto che la gente si (ri)abituasse a pensare che dietro ad una canzone c'è un lavoro, un impegno, una professionalità e che queste andrebbero riconosciute, così come si paga per un quadro, una stampa, una fotografia. Mi piacerebbe che la gente scaricasse gratuitamente, ma che se ascolta e gode di un brano, andasse sul sito dell'artista e gli comprasse il brano, o gli facesse una donazione, per permettere a questo artista di scrivere altre canzoni, invece che costringerlo a fare altri lavori per sbarcare il lunario. Invece oggi, purtroppo, sono tutti convinti che la musica nasca da sé, come per incanto. Una grande colpa in questo l’hanno gli artisti, che troppo spesso, a mio modo di vedere, giustificano comportamenti di fatto illegali e svendono il proprio lavoro per la necessità di apparire, di "esserci".

Cosa c’è nel futuro di Emanuele Lapiana? Ancora N.A.N.O. o qualcosa di completamente nuovo?
Il progetto N.A.N.O. prosegue, si allarga, si evolve. Nell'ultimo anno e mezzo sono stati in studio con me musicisti ed ospiti eccellenti, voci stupende e tecnici bravissimi… insomma persone speciali, ognuna con le sue caratteristiche umane e professionali. È stato molto bello e costruttivo, abbiamo inciso 21 canzoni e da queste ne abbiamo scelte 12 per il prossimo disco di N.A.N.O. Sto cercando di capire in questi giorni quando e come uscirà.