sabato 29 dicembre 2012

Dischi: RIVOLTA DELL’ODIO – Osanna! L’Angelo sterminatore

Il ritorno dei “Cavalieri dell’Apocalisse” del rock italiano.

Molti si chiedevano perché nessuna etichetta discografica avesse ancora ristampato i Rivolta dellodio, gruppo leggendario dellunderground italiano attivo nella prima metà degli anni80. La risposta era che, semplicemente, nessuno sapeva dove fossero finiti. Erano emersi, devastanti, dallondata punk che aveva investito il nostro Paese nei primissimi anni80, proponendo un hardcore che flirtava con la new wave e creando suggestioni uniche e mai più eguagliate. Duri e puri, hanno prima tastato il mondo discografico con un Ep split (Laffaire Marat/Sade, in compagnia dei Cracked Hirn), un 7 (Il cuore della bestia) e alcune partecipazioni a compilation su 33, hanno poi espresso tutte le loro potenzialità nellepico albumOsanna! Langelo sterminatore, pubblicato nel 1986 su vinile rosso. Ma lanno successivo sparirono dalle scene, misteriosamente, così come erano comparsi. Era sulle loro tracce da alcuni anni Carlo Furii, leader degli Hiroshima Mon Amour, per conto delletichetta romana Sometimes Records, e nel 2010, dopo lunghe indagini degne dellispettore Derrick, li ha rintracciati fortunosamente e convinti a tirare fuori dal cassetto tutti i nastri delle loro vecchie produzioni. Così accade che il doppio cd “Osanna! LAngelo sterminatoreche ci troviamo tra le mani, non è una semplice ristampa dellalbum originale, ma una sorta di cofanetto di due dischi con sopra tutta la produzione del gruppo: cè ovviamente “Osanna! LAngelo sterminatore(sul CD1), ma anche i due singoliLaffaire Marat/SadeeIl cuore della bestia, posti sul CD2 insieme alle tracce della rarissima cassettaLa danza del sangue e del sole, prodotta in edizione limitata nel 1983. Ciliegina sulla torta alcune rarissime tracce live, inedite, recuperate dallarchivio privato del gruppo e risalenti allultimo tour nazionale (1986-1987) che aveva fatto seguito la pubblicazione dellalbum.
Ringraziamo per questo gioiello tutti coloro si sono impegnati al suo recupero e ringraziamo i Rivolta dellodio per la musica immortale che hanno saputo regalarci.

Artista: Rivolta dellodio
Titolo: Osanna! Langelo sterminatore
Formato: 2cd album
Anno: 2012
Etichetta: Sometimes Records
Stile: hardcore, new wave

Tracklist:

CD1
1. Metànoia
2. La caduta di Babilonia
3. Per chi ci ha amato
4. Golgotha
5. 85° maledizione
6. L'anticristo
7. Terezín
8. Trilogia di Torquemada: A. Torquemada B. El Verdugo C. La Muerte
9. Cuore (live)
10. Forze d'oppressione (live)
11. Metànoia (live)
12. Oscurati (live)

CD2
13. Una vita
14. Realtà
15. Ripetizione/Inganno
16. Casa rossa
17. Ripetizione/Inganno
18. Sabotaggio
19. L'anticristo
20. Paese felice
21. Una vita
22. La danza del sangue
23. Casa rossa
24. Forze d'oppressione
25. Altari del terrore
26. Oscurati
27. Dal fumo di Terezín


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giovedì 29 novembre 2012

NEWS – I Karma in Auge pubblicano “Rituali ad uso e consumo”, il loro primo cd album.

Ne dà l’annuncio l’etichetta indipendente Danze Moderne, con un comunicato stampa di cui riportiamo uno stralcio.

Sono partiti con un suono oscuro che poteva ricordare i Bauhaus, poi hanno introdotto soluzioni innovative auto-contaminandosi con la musica alternativa contemporanea. Da questo lavoro nasce “Rituali ad uso e consumo”, il loro primo album ufficiale, che va a rinforzare la scuderia dell'etichetta Danze Moderne, molto attenta a questo tipo di sonorità. I rituali "ad uso e consumo", a detta del gruppo, simboleggiano le incertezze e i limiti di una piccola realtà del Sud, la routine e i meccanismi abitudinari su cui si fonda la società contemporanea, le prigioni quotidiane, i sogni nascosti e i desideri di evasione. L'uscita dell'album è stata anticipata dal singolo “La notte del rituale”, per il quale è stato realizzato un videoclip diretto da Orazio Guarino.

Taranto, 29/10/2012 – È disponibile dal 29 ottobre 2012 “Rituali ad uso e consumo”, primo album ufficiale per i Karma in Auge, new wave band pugliese che ha saputo riproporre in chiave moderna un genere esploso negli anni ’80, la new wave italiana, interpretandola in modo personale e innovativo, in linea con le tendenze della musica alternativa contemporanea. L’album, preceduto dal mini-cd “Memorie Disperse” (2009), abbandona certe trame oscure degli esordi per un suono più variegato ed aperto a soluzioni strumentali più attuali, pur non rinunciando alle tensioni delle trame ritmiche e ai testi graffianti che mettono allo scoperto le debolezze della società attuale. La band Karma in Auge, capitanata dal cantante-chitarrista Salvatore Piccione, è composta da tre ragazzi giovanissimi che tuttavia dimostrano una notevole maturità sia compositiva, sia di scrittura.
“La scelta del titolo – ha dichiarato Salvatore Piccione, voce e autore dei testi della band – è strettamente legata alla contemporaneità delle dinamiche sociali. Le nostre vite sono caratterizzate da piccoli rituali quotidiani, i quali per la maggior parte dei casi sono legati ad un’unica grande idea evolutiva, quella del consumismo. I meccanismi abitudinari su cui si fonda la società contemporanea crea delle prigioni quotidiane, all’interno delle quali però si genera un forte desiderio di evasione: volevamo partire proprio da questa reazione per comunicare qualcosa di forte, raccontando anche ciò che ci riguarda più da vicino”.

L’album in cd “Rituali ad uso e consumo”, promosso con il sostegno del P.O. FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV - PUGLIA SOUNDS, sarà disponibile per l’acquisto a partire dal 29 ottobre 2010 nei migliori negozi di musica alternativa e sui più importanti WEB Stores nazionali ed internazionali (Ebay, Amazon, cdandlp, CdUniverse, ecc…), al prezzo imposto di € 10,00. Inoltre sarà presto possibile acquistarlo in formato digitale sulle principali piattaforme di vendita online (iTunes).


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mercoledì 4 aprile 2012

NEWS – Ristampato “Osanna! L’Angelo sterminatore”, lo storico primo album dei Rivolta dell’odio

Ne dà l’annuncio l’etichetta Sometimes Records, con un comunicato stampa di cui riportiamo uno stralcio.

Nuovo “colpaccio” della Sometimes Records, l’etichetta romana di Antonio Olivieri, che dopo Starfuckers e Detonazione, ristampa un altro album storico del nostro passato underground. I Rivolta dell’odio, seminale band post-punk/hardcore, erano assenti dalle scene underground dalla seconda metà degli anni ’80 e adesso tornano con un doppio cd al cui interno possiamo trovare tutto il materiale pubblicato in quegli anni di fuoco. Un’opera che non può mancare nella discografia degli appassionati del genere.


Roma, 02/04/2012 – L’etichetta indipendente romana Sometimes Records, già responsabile di importanti ristampe come Starfuckers e Detonazione, riporta alla luce una preziosa band degli anni ’80: i Rivolta dell’odio. Gruppo imprescindibile per la storia del nostro underground, in bilico tra new wave ed hardcore con testi anarchici ed anticlericali. L’album si compone di 27 pezzi divisi in due cd con all’interno tutto il materiale pubblicato dal gruppo e alcune rarità inedite: il primo cd contiene l’album “Osanna! L’Angelo sterminatore”, 33 giri pubblicato originariamente in vinile rosso nel 1986, insieme ad alcune rarissime tracce live recuperate degli archivi della band. Il secondo cd contiene le rarissime tracce della cassetta “La danza del sangue e del sole”, incisa nel 1983 e fatta circolare come demotape in edizione limitata, e una collezione completa dei primi singoli pubblicati tra il 1982 e il 1984, tutto rimasterizzato in digitale.
“Quando abbiamo saputo che i Rivolta dell’odio avrebbero affidato a noi questa ristampa, ci siamo sentiti investiti di una grossa responsabilità” ha dichiarato Antonio Olivieri della Sometimes Records “quel gruppo aveva fatto la storia dell’underground italiano e il disco andava prodotto con il massimo impegno e la massima passione, per questo non ci siamo sentiti di escludere nessuna traccia e il disco è uscito doppio”.

L’album “Osanna! L’Angelo sterminatore” dei Rivolta dell’odio è disponibile all’acquisto nei migliori negozi di musica alternativa e sui più importanti WEB Stores nazionali ed internazionali (Ebay, Amazon, CdUniverse, cdandlp, ecc…).


Collegamenti:


domenica 1 aprile 2012

Dischi: CINETECA MECCANICA – Deviazioni

Il ritorno del punk elettronico.

Il termine “punk elettronico” è stato coniato in Gran Bretagna nel lontano 1977 dalla celebre rivista New Musical Express per catalogare un gruppo che, per l’epoca, era all’avanguardia nei suoni e nello stile. Con il punk una nuova stagione era nata, ma le cose cambiavano in fretta in quegli anni: uno strumento basilare per il rock come la chitarra elettrica stava per essere sostituito dal più tecnologico sintetizzatore, il punk sarebbe tramontato di lì a poco per cedere il passo alla new wave. Quel gruppo così avanti per il suo tempo, non ci crederete, era italiano e si chiamava Krisma. Maurizio Arcieri e Christina Moser facevano nel 1977 quello che avrebbero fatto negli anni successivi Ultravox, The Human League e Gary Numan.

Non è un caso che i Cineteca Meccanica, italiani anch'essi, abbiano rispolverato quella tradizione e quel sound per il loro esordio discografico dal titolo “Deviazioni”, debitore sia dell’elettronica ancestrale dei Krisma che di certi esponenti storici della prima new wave elettronica internazionale come John Foxx e i The Human League di “Reproduction”. Il progetto Cineteca Meccanica nasce a Milano nel 2009, ma i suoi due componenti vantano una lunga carriera underground che affonda le radici negli anni ’80 e ’90: Davide De Santis ha militato nei Maschere, nei Der Blaue Reiter, negli U-bahn Enfants e nei 2+2=5, mentre Alessandro Ruberto ha avuto numerose esperienze, che vanno dagli Scunt ai Valis. “Deviazioni” si compone di 14 brani impetuosi di ruvida elettronica retrò: tra i tappeti sintetici e le ritmiche serrate, scaturiti dalle macchine di Alessandro Ruberto, si innestano i testi di Davide De Santis, graffianti, suggestivi, mai banali, che sbocciano da esperienze interiori ma con uno sguardo alla società circostante. La Milano uggiosa e frenetica permea le parole, come già è successo in “Soviet della moda” degli Stardom: “Come è strano vedere Milano dall’alto delle guglie, non si vede la nebbia, non c’è più la nebbia, ci vorrebbe più nebbia” recita il brano “Continuo ad urlare”, mentre le influenze mitteleuropee trasudano da ogni poro di questo disco “Mi sono perso a Stoccolma tra i mercatini di Natale, ti ho visto girare l’angolo dietro Nollendorf Platz, a Berlino fa freddo, fa freddo al cuore, a Berlino si gela, Alexander Platz”. Eccellente disco questo “Deviazioni”, una elettrowave ben fatta e ottimamente arrangiata, un genere che però a noi piace chiamare punk elettronico, volutamente e sfacciatamente derivativo, la cui energia sprigionata sa andare oltre ogni catalogazione e rende inalterato il suo fascino oggi come ieri.


Artista: Cineteca Meccanica
Titolo: Deviazioni
Formato: cd album
Anno: 2011
Etichetta: Danze Moderne
Stile: new wave, elettronica

Tracklist:
1- Deviazioni
2- I tuoi pensieri
3- Manifesto
4- Gatto nero gatto bianco
5- Il mio cuore sanguina
6- Anime morte
7- New York
8- Junkie love
9- Continuo ad urlare
10- A sangue freddo
11- Paris
12- 16 gennaio
13- Campo di battaglia
14- Milano dorme…

Formazione:
Davide De Santis: voce
Alessandro Ruberto: tastiere, programmazione elettronica





sabato 31 marzo 2012

Interviste: Cadabra

Passato, presente… e futuro.

In Italia non mancano certamente bands di talento che operano fuori dai target commerciali, ma per loro è molto difficile trovare i meritati spazi. Pochi sopravvivono. Altri, testardamente, tirano dritto per la loro strada a costo di enormi sacrifici. Per anni ho seguito la storia dei Cadabra, ad ogni concerto mi avvicinavo al banchetto dei cd per scoprire se qualche etichetta discografica avesse loro accordato fiducia, ma nulla: i Cadabra continuavano a distribuire orgogliosamente le loro autoproduzioni ed a portare sul palco tutta la loro professionalità. Il genere? Una new wave rivisitata e corretta, adattata al nuovo millennio grazie a potenti iniezioni di elettronica moderna. Non è un caso che la Revenge Records, giovane etichetta indipendente attenta più alla qualità della proposta che non al lucro, li abbia messi in testa alle priorità, facendo dell’album “Past To Present” la sua prima uscita del 2011. L’occasione è ghiotta per raggiungere il loro batterista Francesco Radicci e scambiare quattro chiacchiere sul nuovo disco e sulle aspettative per il futuro.

“Past To Present” raccoglie in un solo disco tutte le vostre autoproduzioni, eccetto “Sound Moquette”, alcuni brani tratti dal vostro album “Wave/Action” remixati e l’inedito “Heart”. Come è maturata la scaletta di questo disco? C’era bisogno di una raccolta di vecchio materiale per i Cadabra?
Penso proprio di sì, che ce ne fosse bisogno. Non è il classico album-raccolta di materiale trito e ritrito, ma un’occasione per pubblicare ufficialmente brani dai nostri primi cd autoprodotti. “Past to Present” legittima e valorizza la nostra produzione più datata e contemporaneamente dà la possibilità a chi non ci conosce di ascoltare il meglio dei Cadabra in un unico disco. Quanto alla scaletta, d’accordo con la Revenge Records, si è pensato di conservare un ordine cronologico: il cd quindi si apre con i pezzi di “Blood And Blades” del 2003 e si chiude con “Heart”, l’inedito realizzato nel 2010.

Per l’album “Wave/Action” avete reso il suono più ruvido e spigoloso rispetto alle due precedenti autoproduzioni “Blood And Blades” e “Love Boulevard”, le tastiere che vi avevano caratterizzato da sempre sono sparite. Il singolo “Heart”, pubblicato lo scorso autunno e che abbiamo ritrovato su “Past To Present”, recupera invece l’elettronica e rispolvera il sound dei primi lavori. Dove sta andando, a tuo avviso, il suono dei Cadabra?
Sinceramente non vedo grandissimi cambiamenti dai primi lavori ad oggi. Piuttosto, credo che a differenziare il sound sia stato l’uso altalenante di synth e tastiere. Quando presenti, e nella misura in cui sono stati utilizzati, hanno finito per ammorbidire molto, poco o per niente, brani tutto sommato abbastanza simili. È forse la ragione per la quale “Wave/Action”, in cui la componente elettronica è nulla, risulta più crudo rispetto agli altri cd, per esempio rispetto a “Blood And Blades”, dove i synth sono più in evidenza. Infatti, se ridotte all’osso, non vedo grandi differenze tra una “Sleeping” e una “All Your Bodies”. In futuro non so. Siamo molto soddisfatti di “Heart” e vorremmo proseguire su quella scia, doverose variazioni permettendo.

La copertina di “Wave/Action”, spartana e in bianco e nero, sembra provenire direttamente dagli anni ’70, uno scatto sfocato di due bambine su una spiaggia, una grafica che mi ha fatto pensare, in qualche modo, ai The Cure di “Primary” e “Killing An Arab”. “Past To Present”, invece, sembra disegnata da Peter Saville: minimale e fortemente simbolica come le copertine dei New Order. Secondo te, The Cure e New Order possono essere considerati, nella grafica come nel sound, la vostra principale fonte d’ispirazione?
Ogni copertina ha una storia a sé. Quella di “Wave/Action” era strettamente legata ad una sorta di concept che, appunto, oltre alla copertina dell’album, riguardava il relativo servizio fotografico e il video di “Watching Me Change”. Per “Past To Present” ci siamo affidati ai grafici della Revenge Records. Desideravamo qualcosa di semplice, sobrio e consono ad un album-raccolta e così è stato. Più che di ispirazione, parlerei di gusti, però è anche vero che influenze e gusti spesso vanno di pari passo.

Come nasce una canzone dei Cadabra? C’è qualcuno di voi che ha le idee principali o tutto il processo creativo è condiviso?
Non esiste un unico modus operandi. A volte nascono da idee di Sebiano, che poi vengono sviluppate insieme, come nel caso di “Heart”. Altre volte accade il contrario, come per alcuni pezzi di “Wave/Action” tipo “Watching Me Change” e “Christabel”, nati da proposte mie e di Vincenzo. In generale Sebiano è quello che di noi passa più tempo sullo strumento, ma poi ci si confronta e si lavora assieme.

Quanto i Cadabra hanno un piede nel passato e uno nel presente, ossia quanto vi sentite ispirati dalle bands del rock attuale come Radiohead, Interpol o Editors rispetto a quelle della vecchia new wave?
Dei tre l’unico che ascolta quei gruppi è Vincenzo. Io e Sebiano siamo più legati alla scena old school tradizionale, che inevitabilmente rappresenta il nostro background. Ad ogni modo in fase compositiva cerchiamo di svincolarci anche da quella puntando a qualcosa di più originale e attuale, ovviamente restando in ambiti new wave e dark-rock.

Qual è, se esiste, l’identikit del fan tipico dei Cadabra? Vi seguono solo i nostalgici della new wave o riuscite a coinvolgere anche altre tipologie di ascoltatori?
Indubbiamente il nostro pubblico è composto per lo più da amanti di new wave e musica affine, tipo dark, goth, synth-pop. Però, fortunatamente, non ci siamo mai chiusi in cliché e nicchie blindate. Così come noi ascoltiamo indistintamente da Bowie ai Sisters Of Mercy, dai Joy Division ai Depeche Mode, anche la tipologia di gente che ci segue mi sembra abbastanza variegata.

I Cadabra hanno suonato tantissimo dal vivo in passato, adesso sono sui palchi con l’Action/Tour: cosa è cambiato nella musica dal vivo in Italia negli ultimi dieci anni?
Parecchio e forse in peggio. Sintetizzando direi che è aumentato il gap tra piccoli e grandi concerti. Una volta il panorama era più stratificato, oggi la divisione tra grandi e piccole produzioni è sempre più netta ed evidente. In questi dieci anni siamo cambiati anche noi e il nostro approccio all’attività live: un tempo facevamo anche 50-60 concerti all’anno, ma accettavamo di tutto ed eravamo in una fase in cui potevamo e dovevamo accettare di tutto. Oggi, alla quantità, preferiamo la qualità. Dopo centinaia di concerti, fisiologicamente e artisticamente, non possiamo prescindere da scelte di questo tipo.

Si parla tanto di crisi della musica, come vivono i Cadabra il loro essere musicisti, c’è più ottimismo o più pessimismo nel guardare al futuro?
Guardiamo al futuro con consapevolezza di mezzi, luoghi e risultati. In più di dieci anni di attività siamo riusciti a fare quanto ci eravamo prefissati creandoci anche un prezioso seguito di pubblico. Sappiamo cosa significa vivere in Italia ed essere musicisti in un Paese come il nostro, quindi andiamo avanti per la nostra strada senza entusiasmarci o deprimerci eccessivamente. Cerchiamo di fare e raccogliere il massimo e, soprattutto negli ultimi tempi, non ci possiamo affatto lamentare.

Con il nuovo millennio è cambiato il modo di fruire la musica, i vinili erano già stati soppiantati dai compact disc negli anni ‘90, ora gli mp3 stanno soppiantando i compact disc e affollano iPod, cellulari e computers. I Cadabra da che parte si schierano? Supporto fisico o mp3?
Personalmente sono ancora legatissimo al supporto fisico, lo preferisco di gran lunga all’mp3. Oltretutto detesto scaricare i dischi. Quelli che mi piacciono, li compro. Da musicista ragiono in maniera più elastica e capisco che il nuovo mercato sia anche quello delle piattaforme digitali e soprattutto dell’ascolto free tramite YouTube, per cui vedo l’unico lato positivo, cioè che la musica oggi circola molto più facilmente. Se potessi scegliere, tornerei indietro a 30 anni fa. Non potendo, mi adeguo.

Dopo “Past To Present”, quale sarà la prossima mossa dei Cadabra?
Con le date di Milano, Cagliari e Roma, abbiamo da poco concluso un mini-tour promozionale, cominciato con l'uscita di "Wave/Action" e proseguito poi con la pubblicazione di "Past to Present". Perciò adesso è ancora presto per decidere come muoverci nell'immediato futuro, oltretutto c'è sempre la promozione su stampa, web e radio che ci tiene costantemente impegnati e attivi. Al momento posso solo anticipare che nel 2012 uscirà una biografia della band. Si intitolerà "Cadabra, Un buco nell'underground" e ripercorrerà la nostra storia sin dalle origini, con racconti, ricordi, fatti, luoghi, persone e aneddoti di quasi 14 anni di attività. La sto curando io in prima persona. Il libro potrebbe interessare non solo i fans in quanto, per certi versi, si presenta come una sorta di romanzo che affonda la trama nell'underground darkwave italiano dell'ultimo trentennio. Potrei definirlo così: uno spaccato di vita underground che vede protagonista una band di provincia e che quindi, solo implicitamente, diventa biografia dei Cadabra. Tra non molto saremo in grado di fornire ulteriori dettagli.